Andrea Feltre è stato ucciso dalla madre a colpi di pistola, perdendo la vita a 15 anni. Il papà spiega com’era la situazione in famiglia.
Andrea Feltre, il ragazzo di 15 anni ho colpito con un colpo di pistola dalla madre Alessandra Spiazzi, è deceduto. Le ferite inferte dal colpo di pistola alla nuca, infatti, gli sono state fatali. Il padre del giovane, però, ha parlato della situazione familiare e di come non ci fosse nulla che potesse far scaturire una situazione del genere. Ecco cosa ha rivelato un uomo.
Alessandra Spiazzi ha ucciso suo figlio di 15 anni, Andrea Feltre, con un colpo di pistola alla nuca che gli è stato fatale: infatti, il giovane è morto dopo tre giorni di agonia all’ospedale di Borgo Trento a Verona. I medici della struttura ospedaliera, infatti, il 26 di settembre hanno dichiarato il giovane morto dal punto di vista cerebrale.
Una tragedia immane che ha colpito questa famiglia e per la quale è intervenuto il padre di Andrea, che nella vita svolge la professione di vigile del fuoco. Quest’ultimo, infatti, ha spiegato che non vi erano motivi per i quali potesse aspettarsi uno scenario di questo calibro. Come lui stesso infatti ha sottolineato, a casa non vi erano malesseri.
Dopo il decesso del giovane Andrea, il padre ha deciso di firmare i documenti per mettere in atto la donazione degli organi. Come dichiarato dal padre del ragazzo, “non c’era un malessere evidente” e che, nonostante il forte dolore che lo ha colpito completamente nel corpo e nell’anima, va avanti.
Deve, infatti, farsi forza per “Alessandra e per mio figlio“, come lui stesso ha sottolineato: queste le parole rivelate ehm durante la fiaccolata che è stata organizzata a Vado di Lavagno e riportata dal programma L’Arena.
Andrea era un ragazzo di 15 anni che aveva un ruolo attivo all’interno della Comunità, come ha affermato il parroco Don Cristian Tosi in un’intervista a L’Arena.
Il parroco, infatti, ha spiegato che il giovane era negli scout e che quando i più piccoli subivano degli sconfitte, lui era pronto a consolarli e a fargli forza. Proprio nel corso del mese di agosto hanno trascorso insieme 11 giorni di campo.
“Le giornate si concludevano attorno al fuoco, se da una parte Andrea affrontava le difficoltà della vita con il coraggio del fuoco, dall’altra parte, non con ironia, sapeva smontare le tensioni“, ha riferito il prete.
Il dirigente scolastico della scuola frequentata da Andrea ha scritto una lettera aperta leggendola tutti i compagni del ragazzo. Nella missiva, infatti, l’uomo ha sottolineato che in questo momento è difficile trovare le giuste parole per affrontare la situazione, ma che al contempo sente “il dovere” di “condividere con voi lo sgomento e lo smarrimento per questa terribile tragedia“.
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