Il fenomeno della denatalità è un trend che caratterizza la situazione italiana, ormai, da undici anni. I dati parlano chiaro, le nascite sono ridotte al minimo, tanto che lo scorso anno sono venuti al mondo appena 379mila bambini.
In cerca di potenziali cause che stanno facendo registrare questa situazione vengono messi all’indice: l’invecchiamento della popolazione e conseguente contrazione della fecondità. Se queste sono le ragioni ufficiali, ve ne sono diverse altre e quella più cocente è sicuramente l’idea che un figlio rappresenti, piuttosto che una risorsa, un impegno economico.
Lo scorso anno è tristemente noto per record negativo di nascite nel nostro Paese. La situazione che fino a 30 anni fa faceva registrare una maggiore natalità al Sud con 3.38 nascite per nucleo familiare, rispetto al Centro e al Nord, rispettivamente con 2.38 e 2.37, oggi è radicalmente cambiata e le nascite in Italia si attestano sull’1.48 a famiglia.
Il fattore economico gioca sicuramente un ruolo determinante, ma anche la difficoltà di concepimento. In questo triste quadro l’Istituto superiore della Sanità ha accertato che il 15 per cento delle coppie – indistintamente uomini e donne – ha problemi a concepire e per questo è stato effettuato uno studio utile a risalire alle motivazioni.
Le ragioni di questa situazione sarebbero da ricercare nell’età, ma anche abitudini poco salutari come il fumo di sigarette, l’alcol e, non di meno, stati di ansia e stress provocati dalla qualità della vita e dalle pressioni dovute al lavoro e agli impegni quotidiani.
Gli esperti sanno bene che si tratta di fattori che possono essere gestiti e, all’occorrenza anche curati, anche solo con la conoscenza e, per questo è stata anche istituita la Giornata della Salute Riproduttiva, fissata per il 22 settembre, proprio per sottolineare le cause che provocano l’infertilità.
Tra i rimedi ai quali si ricorre per fare fronte a questa condizione c’è la fecondazione assistita che riguarda la fascia d’età compresa tra i 35 e i 40 anni, con risultati che si attestano sul 25 per cento, per quanto la buona riuscita del trattamento dipende anche dall’età della donna.
Purtroppo, in questa ricerca di procreare, sono emerse altre problematiche. Nel Lazio, ad esempio, sono poche le strutture pubbliche o convenzionate che offrono questa possibilità ai potenziali genitori, motivo per il quale questi ultimi si vedono costretti a raggiungere altre regioni. Sulla base di questa constatazione è in corso la creazione di un Network che comprenda centri pubblici e privati in convenzione con il SSN, al fine di cercare di dare risposte alle coppie che cercano di avere un figlio.
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