Quello annunciato per l’8 novembre prossimo è uno sciopero indetto dagli addetti al trasporto pubblico nazionale e stavolta si tratterà di uno stop di 24 ore senza rispetto delle fasce di garanzie. Una manifestazione che arriva dopo lo sciopero unitario dei lavoratori Stellantis e una manifestazione che si terrà a Roma il 18 ottobre prossimo.
Ad aver organizzato la protesta per il rinnovo del contratto nazionale Antoferrotanvieri Intenavigatori – TPL- scaduto il 31 dicembre scorso sono la Filt Cgil, la Fit Cisl, la Uiltrasporti, la Faisa Cisal e la Ugl Fna. Era in corso una trattativa sospesa, però, a fine maggio e da allora, secondo le sigle sindacali che si sono rese promotrici dello sciopero, le associazioni datoriali non avrebbero più preso in considerazione il problema lasciando i lavoratori coinvolti sospesi e in attesa di una soluzione per il momento neanche prospettata. Auspicano che questa manifestazione apra un dialogo costruttivo tra le parti per affrontare la questione e risolverla al meglio, nell’interesse di dipendenti e azienda.
I sindacati chiamano in causa anche le istituzioni
I sindacati sono stanchi di aspettare una convocazione che sembra non sia destinata ad arrivare, nonostante gli scioperi indetti a luglio e settembre, per questo nell’annunciare l’ulteriore protesta e anche una manifestazione nazionale sollecitano anche il Governo e il ministero dei Trasporti a intervenire in merito.
Le motivazioni alla base dello sciopero
Le richieste che le sigle sindacali avanzano sono chiare e semplici e tra tutte: l’istanza di rinnovo contrattuale che preveda un incremento economico tale da essere in linea con l’aumento del costo della vita, oltre a un maggiore equilibrio tra tempi di lavoro e tempi di riposo e a un intervento risolutivo contro le aggressioni del personale in servizio, nel quale ritengono sia indispensabile anche l’intervento del Ministero degli Interni e del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
I tentativi di aprire un dialogo si sono rivelati vani
Nel tempo sono stati diversi i tentativi di aprire un dialogo per risolvere la vertenza senza arrivare a forme di protesta che creano inevitabili disagi all’utenza. Purtroppo, nonostante le sollecitazioni i sindacati hanno dovuto registrare un nulla di fatto. L’aspettativa è che vi sia un maggiore investimento di risorse nel settore così da garantire un servizio più efficiente e rispondente alle esigenze dell’utenza, ma nel rispetto della dignità dei lavoratori.
Questo ulteriore sciopero rappresenta un segnale di allarme e resta la speranza che venga colto nelle sedi competenti affinché il problema venga finalmente affrontato in maniera determinante e soprattutto risolutiva.