Questa situazione non riguarda soltanto l’Italia; anche in Europa, il 38,9% delle piccole e medie imprese segnala che la mancanza di competenze “green” ostacola la sostenibilità ambientale delle loro attività.
La green economy rappresenta una delle aree più dinamiche e promettenti del mercato del lavoro odierno. Investire in questi settori non solo favorisce la sostenibilità ambientale, ma apre anche la strada a opportunità di carriera destinate a durare nel tempo.
La carenza di competenze “green” sta diventando un problema sempre più gravoso per le piccole e medie imprese del nostro Paese. I green jobs sono posti di lavoro che contribuiscono a preservare o ripristinare l’ambiente, sia in settori tradizionali come la produzione e l’edilizia, sia in nuovi settori verdi emergenti come le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Secondo uno studio di Confartigianato, mancano oltre 828mila lavoratori con competenze ambientali avanzate, pari al 51,9% del totale richiesto. Questo fabbisogno è particolarmente elevato tra le piccole imprese, che richiedono il 45,8% dei lavoratori con queste competenze, rispetto al 35% delle imprese medio-grandi.
Le difficoltà maggiori si riscontrano nel settore delle costruzioni (62%), seguito dal manifatturiero (53,1%) e dai servizi (49,7%). A livello regionale, le carenze più gravi sono in Trentino-Alto Adige (64,6%), Friuli-Venezia Giulia (59,3%) e Umbria (57,7%).
Questa situazione non riguarda soltanto l’Italia; anche in Europa, il 38,9% delle piccole e medie imprese segnala che la mancanza di competenze “green” ostacola la sostenibilità ambientale delle loro attività. Secondo un’analisi di ManpowerGroup, i settori con la maggiore domanda di professionisti green includono: energia e servizi pubblici (81% delle intenzioni di assunzione), IT (77%) e servizi finanziari (75%).
I ruoli più richiesti nei Green Jobs sono legati, perlopiù, alla produzione, alle operazioni e logistica, alle vendite e marketin, ingegneria, amministrazione e risorse umane.
La difficoltà di reperire lavoratori con competenze “green” è particolarmente acuta in alcune province italiane. La Provincia Autonoma di Bolzano registra la più alta difficoltà, con il 66,8% di lavoratori “green” irreperibili. Seguono Lecco (63,2%), Como e Pordenone (62,6% ciascuna), e la Provincia Autonoma di Trento (62,1%).
Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese, ha sottolineato l’importanza di nuove politiche formative per affrontare questa sfida, evidenziando la necessità di un rapporto più stretto tra scuola e imprese per preparare i giovani con le competenze necessarie per la transizione energetica e ambientale. Una stretta sinergia tra aziende e istituzioni educative potrebbe accelerare lo sviluppo delle competenze, garantendo una forza lavoro pronta a sostenere e guidare la transizione verso un’economia sostenibile.
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