Poter contare su un aiutino è sempre cosa gradita che poi si tratti di un supporto per la formazione professionale, poco importa. Ricevere una mano, in qualsiasi ambito, fa sempre piacere. Peccato, però, che capiti che i cosiddetti ‘bonus’ che nascono per fini specifici, vengano utilizzati per tutt’altro…
In particolare la Carta docenti da 500 euro ha fatto registrare alcune stranezze. Il bonus previsto dal governo Renzi nel 2015 e destinato a formare i docenti si è trasformato in una truffa. A fronte di una serie di usiai quali la somma può essere destinata: acquisto di libri, software, hardware, biglietti per teatro e cinema, corsi di formazione; tanti insegnanti hanno deciso di utilizzarla per l’acquisto di elettrodomestici per casa: frigo, lavatrici, lavastoviglie, cellulari…
Un fatto che non è passato inosservato e che ha configurato il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, con tanto di pronunciamento della Corte di Cassazione e l’obbligo di alcuni docenti a restituire l’aiuto economico destinato ad acquisti differenti da quelli stabiliti.
La somma che dal provvedimento Renzi è stata erogata fino a oggi, ben nove anni, ammonta a oltre 3 miliari di euro. Ma l’atteggiamento di quanti hanno usato questo bonus per fini personali, diversi dall’insegnamento, sta facendo valutare al governo una rivisitazione degli importi, se non addirittura l’eliminazione del beneficio.
In realtà dietro questo raggiro è stato adottato un procedimento ben congeniato nel quale il docente acquistava uno strumento per la formazione, così come previsto, salvo poi lamentarne il malfunzionamento e ottenere un buono di uguale valore che veniva puntualmente utilizzato per comprare elettrodomestici. In questa truffa gli investigatori hanno ritenuto i commercianti complici e, quindi, condannati anch’essi a una multa pecuniaria.
Ora non resta che vedere quali saranno le misure che verranno prese in merito. Se, cioè il bonus relativo alla Carta docenti verrà rivisitato con un abbassamento degli importi che potrebbe attestarsi su una cifra compresa tra i 400 e i 425 euro o, invece, se si deciderà di abolire completamente questo sostegno. La decisione potrebbe arrivare già nella giornata di oggi, 8 ottobre, nel corso di un incontro previsto tra sindacati e Ministero.
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