Una vita di sacrifici non sempre viene ricompensata con adeguato assegno pensionistico. Troppo spesso, anzi, nonostante decenni trascorsi a lavorare, ci si trova a fare i conti con una pensione ridicola o, comunque, non corrispondente all’impegno e al tempo speso ad esercitare la propria professione.
Una delle categorie più penalizzate sembra essere quella degli insegnanti che a fronte di una vita di sacrifici, passata a barcamenarsi tra responsabilità e formazione delle menti del domani, a fine carriera, nel migliore dei casi, riceve un assegno mensile di poco più di 2mila euro al mese.
Dedicarsi all’insegnamento non è cosa semplice, richiede tanto impegno e passione, nella consapevolezza di svolgere un ruolo che non si limita certo al lavoro svolto in classe, rappresenta quasi una ‘missione’, visto che i tanti ragazzi seduti tra i banchi saranno gli adulti del domani, coloro che tra posizioni apicali e attività meno rilevanti, caratterizzeranno la società.
Si tratta di considerazioni che non sembra siano contemplate nello stabilire gli importi della pensione. Testimonianza di questo stato di cose viene riportata in un’intervista su La Nuova Sardegna, nella quale una docente dopo 42 anni di servizio si trova a percepire una pensione di 2073 euro al mese.
L’insegnante in questione mette l’accento sulla delicatezza e la complessità del lavoro che viene richiesto alla sua categoria. Non si tratta semplicemente di un lavoro di gruppo, non si è impegnati a gestire esigenze dell’insieme. Si tratta, invece, di saper ascoltare il singolo in base a capacità, aspirazioni e difficoltà che può incontrare nel percorso di studi e anche di vita, si tratta di cercare di mantenere tutti allo stesso livello, di avere acume, sensibilità e, soprattutto, grande disponibilità che non finisce certo con le ore trascorse in classe. Va ben oltre.
Una delle constatazioni che lasciano a pensare è quella di essere stati capaci di aver formato persone capaci di impegni professionali di rilievo. È anche grazie all’impegno del docente di turno che questo risultato è stato possibile, ma la verità è che quegli ex studenti si troveranno a percepire una pensione ben al di sopra, fino a cinque volte più alta delle loro insegnanti, quelle stesse che in vecchiaia dovranno riuscire a soddisfare le proprie esigenze con poco più di 2mila euro al mese…
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